Articolo tratto da “Sempionenews.it”
Inaugurata la mostra “Come un atlante del paesaggio”
Legnano – Archivio Fotografico Italiano e il Comune di Legnano, con il patrocinio dell’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano, propongono dall’8 dicembre al 16 febbraio una mostra dedicata alla fotografia del paesaggio, aperta al confronto di differenti stili e linguaggi. Palazzo Leone da Perego ha ospitato sabato pomeriggio la conferenza di apertura della mostra Come un atlante del paesaggio, curata da Claudio Argentiero, presidente dell’Archivio Fotografico Italiano. Il filo conduttore di tutte e nove le sezioni è lo spazio: percepito, vissuto, passato e in costante divenire.
Le nove mostre:
AA.VV “Album di famiglia” . Non un autore vero e proprio ma famiglie e privati che hanno aperto i ricordi del passato e li hanno condivisi con i cittadini della Legnano presente. Dietro ai fotografi di Album di famiglia si nasconde la memoria di un’intera società, nella mostra vengono presentati gli angoli della città del carroccio e le loro trasformazioni attraverso i decenni. “Mutazioni sociali che si ritrovano anche negli archivi fotografici, che fanno da collante tra un passato gloriosamente industriale, come quello di Legnano e lungo l’Olona” scrive Claudio Argentiero.
Fabio Mantovani “Cento case popolari”. Hanno avuto l’ambizione di essere città dentro le città: Razzol Matera a Trieste, Gallaratese a Milano, Forte Quezzi a Genova, Barca a Bologna, Corviale a Roma, Villaggio Matteotti a Terni, ZEN di Palermo, Le Vele di Scampia, il Complesso Cielo alto a Cervinia e il quartiere Spine Bianche a Matera. I suoi scatti raccontano una stagione precisa dell’architettura italiana, iniziata oltre cinquant’anni fa, le relazioni con gli spazi e i volti di chi abita i quartieri.
Franco Donaggio “Prima del Giorno”. Le fotografie di Donaggio si pongono a metà strada tra realtà e metafisica, la sua rielaborazione artistica gli permette di creare paesaggi fantasiosi. Il fotografo conduce lo spettatore all’interno di un mondo immaginifico e allo stesso tempo lancia un invito: guardare la realtà che ci circonda con altri occhi.
Luca capuano “Cinema Impero”. Il lavoro di Luca Capuano riflette sul concetto di “dimenticanza e rimosso” facendo riferimento al periodo coloniale italiano nell’Africa Orientale; la sua indagine lo porta a visitare Asmara, in Eritrea, dove tutto è fermo a settant’anni fa, restituisce allo spettatore l’immagine di una piccola Italia in un terra lontana e ormai dimenticata.
Sergio Carlesso / Nazzareno Berton “Resistere” Il progetto fotografico di Nazzareno Berton e Sergio Carlesso è la quarta parte di una ricerca condotta sul territorio dell’Altopiano di Asiago che dura da oltre dieci anni, un viaggio in compagnia della natura di cui ormai si sentivano parte. Nel 2018 la tragedia di “Vaia”, il ciclone che ha stravolto il paesaggio dell’Altopiano. “Resistere vuol essere la presa di coscienza del grande rispetto che l’uomo deve portare, ma anche la convinzione che tutto potrà tornare come prima”.
Lorenzo Mini “Colonie”
Lorenzo Mini propone uno dei suoi primi progetti fotografici dedicato alle colonie estive “un viaggio nella memoria storica, sociale e architettonica del paese – dice – edifici del periodo fascista creati con l’intero di favorire la cura e l’aggregazione. Un embrione del primo turismo di massa”. Il suo lavoro attraversa il Paese da nord a sud, dal Tirreno all’Adriatico.
Francesco Radino “Architettura, industria, paesaggio 2016/2018”. Nel 2016 la Fondazione AEM – Gruppo A2A affida a Francesco Radino la campagna fotografica Le cattedrali dell’energia; sono passati vent’anni dall’ultima commissione del gruppo energetico e il fotografo ha il compito di tornare nel luoghi storici dell’impresa per raccontarne le trasformazioni. Un viaggio dalle centrali idroelettriche dell’Alta Valtellina fino ai “paesaggi leonardeschi” di Crespi d’Adda. Radino restituisce un racconto architettonico: “Narrare il mondo con occhi attenti – spiega – è questo il compito della fotografia”.
Marco Introini “Crespi d’Adda”. Marco Introini racconta il villaggio industriale voluto da Beniamino Giuseppe Crespi. Crespi d’Adda doveva rispondere ai moderni principi di organizzazione industriale delle company town inglesi, era composto da una griglia che definiva la disposizione di isolati e abitazioni. Rappresenta ancora oggi un punto d’attrazione e un luogo capace di offrire riflessioni sugli spazi e sulle architetture.
Virgilio Carnisio “Milano, le case di ringhiera”. Uno spaccato sulla Milano degli anni Sessanta, quella che Virgilio Carnisio attraversa e racconta da tempo. Le sue fotografie restituiscono l’immagine di una città intima e nascosta all’interno di vicoli e cortili, storie di famiglie e di stili di vita ormai perduti. Da oltre mezzo secolo è un osservatore discreto del Capoluogo lombardo di cui conosce a memoria le strade e del quale non restituisce una semplice documentazione, ma una vera e propria visione personale degli edifici e delle trasformazioni.
Agnese Giardini