Sta ottenendo ottimi consensi la mostra dedicata a “Romano d’Ezzelino
realizzata dal Fotoclub a Palazzo Bonaguro per “Bassano Fotografia 2011″.
La mostra che l’associazione propone nasce dalla volontà del gruppo di
confrontarsi con la rappresentazione del paese che da sempre ne ospita l’attività.
La lettura di un territorio molto conosciuto e frequentato rischia a volte, ad un occhio che non sappia più sorprendersi , di trasformarsi in semplice documentazione di situazioni superficiali e scontate: è ciò che il gruppo ha voluto evitare, trasformando la ricerca prima di tutto in una “autoanalisi” alla ricerca degli stimoli sorprendenti che anche luoghi
molto conosciuti possono offrire.
Ne è nato un lavoro composto di due sezioni:
-una rappresentazione collettiva, visibile sulla parete frontale, dove gli
autori hanno ricercato una uniformità di linguaggio che esprimesse
una sensazione dell’ambiente e dell’atmosfera del paese colta attraverso l’occhio di chi volutamente cerca di dimenticare la realtà che effettivamente lo circonda.
A questa si contrappone nella parete opposta l’immagine “26 Dicembre 2009 HDR” di Domenico Vidale.
-una sezione definita “Interpretazioni” , visibile sulle pareti laterali,
dove alcuni autori hanno ricercato una rilettura personale del
paesaggio, interpretandone le peculiarità paesaggistiche attraverso un
lavoro di approfondimento delle proprie relazioni percettive e
sensoriali con il territorio e la sua natura:
Renzo Merlo
“Infrarosso”
In fisica la radiazione infrarossa è la radiazione elettromagnetica con una frequenza inferiore a quella della luce visibile.
L’utilizzo di tecniche fotografiche particolari permette di cogliere questa parte dell’intero spettro elettromagnetico normalmente non percepibile.
Immagini realizzate nel Parco di Villa Cornaro.
Nazzareno Berton / Sergio Carlesso
“Dei limiti e dei confini”
Col Campeggia si trova all’estremo nord del territorio di Romano d’Ezzelino:
limite geografico comunale e provinciale, ma anche fisico
(quota massima) e percettivo. Il lavoro di rappresentazione si trasforma in una operazione di riassetto consapevolmente “finto” costruito con una prevalenza di prospettiva centrale, un riassemblaggio dove la costruzione complessiva di una scenografia per lo scatto finale
diviene rilettura del paesaggio ed interpretazione.
Nicola Cocco
“Passaggio a Romano d’Ezzelino”
Giorgio Bertoncello
“Monaci”
“ho guardato il paesaggio come quando si guardano quelle nuvole bianche che a volte sembrano animali, a volte assomigliano a dei volti,
altre volte invece…”
Monica De Mas / Antonio Bordin
“Il sogno di Luisa”
Tracce di emozioni di una presenza venuta da lontano.
Gianni Menegatti
“Anaglifi”
Immagini tridimensionali di Fellette, ottenute attraverso la fusione di due foto scattate da punti leggermente diversi e successivamente
filtrate da due colori complementari, consentendone la visione a tre
dimensioni attraverso l’utilizzo di appositi occhiali.
Michele Giacobbo
“Edera”
L’antropizzazione del territorio instaura una lotta con la natura nella
quale non sempre il vincitore è scontato: alle volte “la rivincita”
assume anche valenze estetiche.
Diego Pellizzari
“Con la forza delle mie mani”
Autoritratto. L’autore si immerge nell’interpretazione del paesaggio fino a farne parte fisicamente, divenendone uno dei sui elementi
caratterizzanti.
Chiara Didonè
“Mondo Incantado”
Reinterpretare luoghi ed ambienti conosciuti per liberare la fantasia,
lasciare spazio all’immaginazione e vivere una favola nuova.
Roberto Zerbini
“Graffi di colore”
Il liberarsi della quotidianità nella sua scala di grigi regala, a chi sa
sognare, degli sprazi di colore.