Nostra ospite, nella serata del 13 Aprile, Paola Parise, autrice bassanese, che da alcuni anni porta avanti una propria ricerca su ritratto ed autoritratto.
Paola Parise. “Il mio percorso fotografico parte nel 2010 attraverso una ricerca personale attraverso l’autoritratto. Dopo questo periodo l’interesse per la fotografia mi ha portato ad approfondire diversi autori e linguaggi espressivi, sperimentando anche la pittura. Durante il mio percorso ho avuto modo di potermi confrontare ed essere supportata da alcuni fotografi in particolare da Toni Thorimbert, e questo mi ha permesso di scoprire le radici del mio linguaggio espressivo. Ad oggi continuo la mia ricerca nel ritratto e nell’autoritratto. Paola Parise vive e lavora a Bassano del Grappa.”
Nella serata Paola ci presenterà “Self-portraits “ (“I mei primi lavori fotografici sono nati con l’autoscatto. Questa serie di autoscatti deriva dalla selezione di circa due anni di lavoro fotografico sviluppato non su un progetto prestabilito, ma su una traccia odierna, mutevole e imprevedibile. In questo percorso ho potuto far emergere la mia parte creativa, le emozioni e tutto cioè che era nascosto ed assopito dalla routine quotidiana nella quale ci si ritrova. Una parte di questa ricerca ha dato origine al libro fotografico “P.P.”) e “Portraits” (“Dopo il lungo periodo di autoritratto ho iniziato a coinvolgere altre persone nelle mie fotografie. Portraits è una serie di ritratti in continuo mutamento, come sono in mutamento lo stato d’animo e le emozioni delle persone che scelgo come soggetti. In un mondo dominato dai selfie, dall’apparire e dalle situazioni costruite, un vero ritratto è cosa sempre più rara. In questa serie sono alla ricerca della parte nascosta, dell’istinto, di quello che non si vede, di quello che siamo e che non vogliamo mostrare o di quello che mostriamo ma che in realtà non siamo. E mentre tutti cercano mille significati io continuo a fotografare perché, come diceva Diane Arbus, in fin dei conti “Una fotografia è un segreto che parla di un segreto. Più essa racconta, meno è possibile conoscere”).
